Il PRG del1991 stabiliva in zona Fiera 70mila mq di commerciale con un indice di copertura del 50%, cioè 35mila mq di esercizi di vendita. Come già scritto in un precedente articolo la convenzione con la Fiera stipulata poco prima dell’insediamento di Marco Molgora era di durata quarantennale (1995-2035) e dava diritto ad edificare su 6.000 mq di terreno del proprietario ceduti subito nel 1995 al Comune come anticipo del futuro PL Fiera: in pratica il Comune era nei fatti obbligato a dar seguito al Piano di Lottizzazione e l’Ente Fiera diventava una dei lottizzanti con cui i proprietari dei terreni dovevano accordarsi per dare attuazione al piano. Per la Fiera veniva stabilito il pagamento di un contributo annuo per il diritto di superficie e l’obbligo di riportare allo stato originario (anche con eventuali bonifiche) l’area al termine della convenzione.
Appena insediatasi l’amministrazione Molgora alla prima Fiera di San Giuseppe Artigiano nell’attuale e allora nuova sede in via Martiri della Liberazione la dotazione di parcheggi si dimostrò del tutto insufficiente all’afflusso del pubblico, con auto parcheggiate in tutto il quartiere residenziale limitrofo. Le amministrazioni precedenti semplicemente si erano dimenticate di prevedere un’adeguata dotazione di parcheggi. Molgora trovò un compromesso con la proprietà (rappresentata allora dalla contessa Arese) per un utilizzo gratuito dell’attuale parcheggio sterrato, che risolse il problema ma creò inevitabilmente nuovi vincoli per l’Amministrazione. Arese infatti avrebbe potuto chiedere un affitto, cosa che non fece nell’attesa che il Piano di Lottizzazione venisse attuato.
La scelta del PGT del 2009 con sindaco Strina e amministrazione di Progetto Osnago fu di eliminare la previsione commerciale perchè – al di là di altre considerazioni sull’impatto sul piccolo commercio – avrebbe portato ad un volume di traffico insostenibile, bloccando la Provinciale peraltro a ridosso delle abitazioni. Nel PGT il Piano Commerciale Fiera fu trasformato in Industriale trasferendolo (lotto Arese) come ampliamento industriale attiguo all’area industriale di Osnago/Brugarolo/Ronco, con l’obbligo che almeno il 25% venisse destinato ad ampliamento di aziende del territorio. Un insediamento industriale porta meno traffico e più occupazione di un analogo commerciale. Inoltre si offriva uno sbocco ad aziende del territorio che avessero voluto ampliarsi, senza il rischio che si trasferissero altrove. A riprova della bontà della scelta la destinazione industriale dell’area è stata recepita dalla Provincia nel proprio PTCP (il piano di coordinamento degli strumenti urbanistici comunali) e confermata in tutti gli aggiornamenti successivi del piano stesso, che ne fa una delle tre are di concentrazione dello sviluppo industriale nel Meratese
Anche in questo caso sottolineiamo che il valore monetario per l’operatore di un PL industriale è molto più basso di un commerciale (allora circa la metà) per cui trovare un compromesso fu piuttosto laborioso, i danni all’operatore vennero in parte compensati da un aumento dell’area nel passaggio da commerciale a industriale. Dal punto di vista urbanistico abbiamo ampliato una già grandissima zona industriale che insiste su tre Comuni, che è una scelta urbanistica razionale. L’intervento è più lontano dalle abitazioni rispetto a zona originaria individuata dal PL Commerciale. La parte di PL di altra proprietà fu trasformata per la realizzazione di un albergo – utile per le vicine aziende – ma quell’intervento non è mai stato attuato per inazione della proprietà: peraltro l’accordo prevedeva la realizzazione di una controstrada alla provinciale nel comparto Ca’ di Matt/Centro dell’Arredamento, una delle zone che soffre maggiormente per incidenti stradali a causa degli assurdi parcheggi in fregio alla Provinciale, che con la controstrada sarebbero stati eliminati.
Nel frattempo la Fiera man mano perse capacità di azione e senso, peraltro non fu in grado di adeguare la struttura alle sempre più vincolanti normative di sicurezza, cosa che l’ha portata alla sostanziale cessazione della attività. L’unica attività funzionante regolarmente – molto utile e di successo – è stato il mercatino dei produttori locali che prese vita durante i mandati Strina grazie ad un accordo con la Provincia.
Per il PL Fiera il PGT prevedeva standard qualitativi, tra cui il finanziamento della riqualificazione della Cassinetta, di proprietà comunale.
La proprietà Arese ha pagato “a singhiozzo” IMU sui terreni edificabili, contestandone il valore anche se il Comune è quasi sempre risultato vincente a fronte dei diversi ricorsi. La questione va comunque risolta prima dell’attuazione del nuovo Piano Industriale.
Il nuovo PGT di prossima approvazione prevede la conferma della zona industriale – peraltro c’è già un’azienda locale interessata ad espandere là le proprie attività – indicando espressamente che non sono ammesse attività di logistica, per evitare eccessivi impatti di traffico.
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