Questo quesito riguarda la responsabilità delle aziende nei casi di infortuni sul lavoro o malattie professionali quando l’attività è affidata in appalto o subappalto, cioè quando un’impresa incarica un’altra di svolgere un lavoro o un servizio.
Cosa dice oggi la legge
Attualmente, secondo il decreto sulla sicurezza nei luoghi di lavoro (Dlgs 81/2008), quando un’azienda affida un lavoro a un’altra (per esempio un cantiere, una manutenzione o un servizio esterno), non è responsabile degli incidenti o delle malattie professionali che dipendono dai rischi specifici dell’attività svolta dalla ditta appaltatrice o subappaltatrice. In altre parole, se un operaio di una ditta in appalto si fa male per un rischio legato alla sua attività (per esempio un elettricista che prende la scossa), la responsabilità è solo della ditta per cui lavora, non dell’azienda che ha commissionato il lavoro.
Cosa propone il referendum
Il referendum propone di cancellare questa esclusione.
Se vincesse il Sì, anche l’azienda che affida il lavoro (il “committente”) potrebbe essere ritenuta responsabile, insieme all’appaltatore, in caso di infortunio o malattia professionale, anche se dovuti a rischi specifici del lavoro svolto. Questa modifica allargherebbe quella che si chiama “responsabilità solidale”, cioè la possibilità che più soggetti rispondano insieme per eventuali danni o violazioni legate alla sicurezza sul lavoro.
Le ragioni del Sì
Chi sostiene il Sì ritiene che questa modifica sia necessaria per aumentare la sicurezza sul lavoro, soprattutto nei settori dove si ricorre spesso ad appalti e subappalti, come l’edilizia, la logistica, i trasporti, la manutenzione.
Le motivazioni principali sono:
- Oggi più di mille persone muoiono ogni anno sul lavoro in Italia. Secondo i promotori, se anche il committente fosse responsabile, sarebbe più attento nella scelta degli appaltatori e nel verificare che siano rispettate le regole di sicurezza.
- In molti casi, gli appaltatori lavorano quasi solo per un committente e dipendono economicamente da lui: secondo alcuni giuristi e sindacati, questo giustificherebbe il coinvolgimento del committente nelle responsabilità.
- Estendere la responsabilità serve a rafforzare i controlli, aumentare la formazione e rendere più serio l’impegno per la sicurezza.
- Un Paese dove ogni giorno tre persone muoiono sul lavoro non può continuare a trattare la sicurezza come un tema secondario, e che chi commissiona un lavoro deve avere anche dei doveri concreti verso i lavoratori coinvolti, anche se indirettamente.
- Secondo alcuni esperti il quesito aprirebbe un dibattito importante su come i ritmi di lavoro, i tempi stretti e la pressione economica possano compromettere la sicurezza.
Le ragioni del No
Chi è contrario al quesito teme che l’abrogazione possa generare incertezze, difficoltà pratiche e costi eccessivi, soprattutto per le piccole e medie imprese.
Le critiche principali sono:
- Non ha senso rendere responsabile un committente quando l’impresa appaltatrice è effettivamente autonoma e indipendente. Se l’azienda che svolge il lavoro è ben organizzata e professionale, il committente non ha modo di controllare tutto, soprattutto se non è presente nei luoghi di lavoro.
- La responsabilità del committente è già prevista in alcune situazioni, ma allargarla troppo potrebbe rendere più complicato il sistema dei controlli e creare problemi legali difficili da gestire.
- Alcuni temono che i costi aumenterebbero, perché le aziende che commissionano lavori dovrebbero coprire i danni anche per rischi non direttamente dipendenti da loro, e questo potrebbe penalizzare la competitività, soprattutto per chi ha meno risorse.
- Altri ancora dicono che non basta allargare le responsabilità, ma servirebbero più controlli, più ispettori, più formazione e più cultura della sicurezza, senza scaricare tutto sulle imprese committenti.
In sintesi
Il quesito referendario propone di ampliare la responsabilità delle aziende che affidano lavori in appalto o subappalto, rendendole corresponsabili anche per i rischi specifici del lavoro svolto da altri.
- Chi vota Sì vuole aumentare la sicurezza, coinvolgendo anche i committenti e responsabilizzandoli di più.
- Chi vota No teme che questo causi più burocrazia, più costi e più incertezza giuridica, senza risolvere alla radice il problema della sicurezza.
La questione è delicata: riguarda il bilanciamento tra la tutela della vita e della salute dei lavoratori e la sostenibilità e responsabilità organizzativa delle imprese.
